L’AZIENDA AGRICOLA “MAURO VINI” DI DRONERO RISCOPRE ANTICHI VITIGNI DELLA VALLE MAIRA

La coltivazione della vite fu introdotta in Valle Maira molto probabilmente dai monaci di San Colombano che il Re longobardo Ariperto II mandò dall’Abbazia di Bobbio  di Piacenza con il compito di bonificare e colonizzare il territorio di Villar S. Costanzo.   Il più antico documento riguardante il vino risale al lontano 1160.  In esso si attesta che fra le decime a favore della Collegiata di Oulx c’era anche il vino prodotto in Valle Maira, in particolare nel comune di Alma (oggi Macra).

Da quel momento  è tutto un susseguirsi di notizie, documenti,testamenti e lasciti  che citano le vigne e gli alteni presenti a Dronero e in valle Maira, attestando l’abbondante produzione vitivinicola.  In particolare un documento del 1386 lo elenca tra le decime dovute da Dronero alla mensa vescovile di Torino, a conferma del fatto che in questa zona si produceva vino in quantità, ed anche di buona qualità, tanto da interessare il presule torinese. Negli Statuti  della valle Maira del 1396 e in quelli di Dronero del 1476 (ma di origine ben precedente a tale data), si tratta diffusamente di vite e di vino, formulando regole ed ammende; fra gli altri il divieto di importare vino da fuori zona, a protezione del prodotto locale che doveva essere evidentemente sufficiente per il consumo interno.   La relazione dell’intendente Brandizzo del 1753, recentemente oggetto di ristampa, contava solo in Dronero  832 giornate di alteno  (vite coltivata in consociazione con altre colture) e 30 di vigna, per una resa complessiva di 1308 “carà”. (Una carà corrisponde a 5 quintali di uva  o 10 brente di vino, cioè 500 litri) La prima citazione di un vitigno specifico,( secondo l’antico parroco  della frazione Pratavecchia can. Don Giovanni  Rovera ) risale al 1268, con la menzione di un “nebiolius” in un documento non meglio specificato.

L’illustre  ampelografo conte Giuseppe di Rovasenda, eminente studioso esperto nel settore, nonché presidente del Consorzio Antifillosserico Subalpino di Torino, nel suo pregevole  “Saggio di una ampelografia universale” (Torino 1877) catalogò ben 3600 vitigni che coltivò nella sua cascina “la bicocca” di Verzuolo.   In questo ricco elenco troviamo anche i vitigni coltivati in valle  Maira.   Infatti a pag 124 menziona il “nebbiolo di Dronero”, a pag. 125 un “nebbiolo di Stroppo”, a pag 78 cita testualmente: “Dal barone Manuel di San Giovanni (di Dronero n.d.r.)……. mi fu data un’uva proveniente dall’alta Valle di Maira nelle montagne di Stroppo, che mi risultò il Gouais francese.”

Non solo, ma da come si evince da una lettera indirizzata  all’ allora Sindaco di Dronero , il suddetto conte volle omaggiare il comune di una copia del “Saggio”  poiché questo contribuiva in modo  significativo e spontaneo alle spese del Consorzio.  Segno che la coltivazione della vite doveva essere consistente anche dal punto di vista economico in tutta la valle.  Sono ormai 30 anni che la ditta Mauro Vini di Dronero ha posto la sua attenzione in questa direzione per evitare la perdita di un patrimonio storico tanto consistente fino ad un recente passato (anni 60 del ‘900). Il “Drônè” è prodotto infatti da uve “Nebbiolo di Dronero” (che recenti studi hanno identificato con il Chatus francese) più un 20-30% di altri vitigni locali.  La particolarità è che i vigneti sfiorano il secolo di vita, e molti ceppi  non sono innestati  su piede americane, ma appunto “su piede franco”. Segno che la fillossera ha colpito solo marginalmente e non è più presente sul territorio.

Le vigne sono ubicate nei comuni di Villar San Costanzo e Dronero. Attualmente l’estensione è di circa 3 h.

Per quanto riguarda le pratiche colturali in vigneto, il sistema di allevamento  è a spalliera,  la potatura si tratta di un guyot, con carica di gemme ridotta (8-10 max) per limitare la produzione a vantaggio della qualità. Trovandoci in un ambiente non facile, caratterizzato da forti contrasti termici, si applicano ancora antiche regole trasmesse attraverso le generazioni, soprattutto per quanto riguarda le operazioni di potatura e legatura (l’archetto è abbastanza accentuato per effettuare una sorta di forzatura).

Vigneti  iscritti nell’albo Regionale Piemonte  “ Vigneti storici ed eroici”.

E’ da queste piante in particolare che prende origine il “Dronè vendemmia tardiva”.   Con l’interesse di alcuni giovani  si sta riprendendo anche la viticoltura in valle, con nuovi impianti di Gouais Blanc nei comuni di Cartignano,San Damiano Macra,  Macra e Stroppo.  Le premesse sono ottime