La vendemmia di quest’anno potrebbe ripetere l’andamento eccellente del ’97
ANTONIO GIORNI
Dell’andamento eccezionale della vendemmia in corso già molto si è scritto e si è detto a livello di specialisti e di profani. I bilanci, come sempre, si faranno a posteriori, ma tutto sembra al momento congiurare per una ripetizione dei risultati dello scorso anno, che quasi ovunque in Italia si sono tradotti in un vino di buona se non ottima qualità, tale da far pasare alla storia la stagione 1997.
Se il tempo reggerà, se piogge insistenti e nebbie mattutine non favoriranno la comparsa in extremis di muffe e malattie crittogamiche (lo spauracchio di tutti i viticoltori) quella del 1998 sarà una vendemmia fotocopia. Che sia un bene, è fuori discussione. Che un evento statisticamente inatteso, addirittura improbabile, possa però essere visto anche con qualche timore è facilmente spiegabile. Per la legge dei grandi numeri e per i misteri insondabili della statistica è da ritenere che d’ora in avanti avremo per la viticoltura molti anni di vacche magre, uve mediocri e vino da dimenticare. Cosi vuole la natura, e in questo senso si spiega l’uso che abbiamo fatto del verbo congiurare.
Di buono resta il fatto che l’eccellente qualità si sposa sempre con la scarsa quantità, il che agevola lo smaltimento delle scorte e il sostegno dei prezzi.
Bottiglie numerate, date di vendemmia e di imbottigliamento ben precisate sulla sobria etichetta (nel nostro caso si trattava rispettivamente della prima decade dell’ottobre ’97 e del 20 aprile ’98) e un nome dialettale, Droné, da Dronero, provincia di Cuneo, dove la valle Maira comincia a confondersi con la pianura. L’antico vitigno locale, il Nebbiolo di Dronero (non c’è zona del Piemonte dove il Nebbiolo non abbia messo radici) coltivato da vignaioli che sanno il fatto loro e vinificato dalla cantina Mauro offre un rosso dai bei riflessi rubini che al profumo si presenta fresco e fruttato con richiami di rosa canina e lamponi mentre il sapore -austero ed erbaceo- svela nerbo rigoroso ed elegante, equilibrato ed armonico.
Vino particolare e singolare come particolari sono i terreni di origine, affermano i produttori. E hanno ragione.
Per i piatti semplici della cucina contadina delle valli alpine costituisce il degno abbinamento: cacciagione, arrosti, brasati, formaggi stagionati ne vengono esaltati. Buono con la polenta d’inverno. Buono con i funghi quando è stagione.